L’HONTAI YOSHIN RYU è un’antica scuola di jujutsu fondata nel 17° Secolo da Oriemon Shigentoshi Takagi (nato nel 1635), nel nord del Giappone Takagi si specializzò in varie discipline : nella spada corta , nella Naginata , nello Yari, nello Shuriken e nel Tai Jutsu.
Takagi-sensei morì nel 1711 all’eta’ di 87 anni, dopo aver costituito nel 1693 la scuola Takagi Yoshin Ryu Ju-Jutsu in richiamo alla idea del salice che, grazie alla sua flessibilita’ resiste alle avversita’ assecondandole,. mentre di fronte alle stesse un albero rigido si spezza.
Il suo successore fu Umanosuke Shigesada Takagi che , perfezionandosi nel Koshi-no-Mawari Takenouchi Ryu , sviluppò una serie di tecniche a mani nude per controllare il nemico, definendo formalmente lo stile Hontai Yoshin Ryu Ju-Jutsu.
La premessa filosofica di questo stile di ju jitsu è espressa dal suo stesso nome:
HON = concreto, reale, vero TAl = corpo YO = salice SHIN = cuore, mente, spirito
Questo sta a significare che dobbiamo adattare sempre il nostro corpo ed il nostro cuore alle avversita’ come il salice, che si adatta alle tempeste senza spezzarsi. Questo principio di base di flessibilita’ è applicato non solo nelle tecniche, ma è di vitale importanza strategica e tattica.
filosofico del RYU è quello di evitare per quanto possibile la risposta violenta diretta , in linea con il principio del JU . La morbidezza in questo stile viene sempre applicata sia che si controlli la forza dell’avversario per poi usarla a proprio vantaggio, sia che ci si muova con velocita’ e fluidita’ , in modo da disorientare l’avversario ed arrivare così al confronto da una posizione di vantaggio. In questo modo non è tanto l’utilizzo della forza a vincere l’oppositore, quanto l’applicazione corretta delle tattiche e delle tecniche .
Nell’HYR assume una grande importanza lo zanshin, lo stato di concentrazione e presenza cosciente. Questo stato è un elemento vitale per gestire o evitare lo scontro fisico, in quanto affina le capacita’ percettive del praticante, concedendogli di conseguenza tempo per elaborare manovre evasive o contro misure. Lo zanshin viene enfatizzato alla fine d’ogni kata, è successivo al kiai e viene abbinato ad una posizione forte e bilanciata che deve rivelare vigilanza e prontezza .
Un’altro elemento che riveste una importanza fondamentale nel jujitsu in genere, ed in particolare nell’HYR, è il maai, la distanza. Questa, nell’ottica del jujutsu, non comprende solo la distanza lineare esatta tra due contendenti, ma l’abilita’ dei contendenti di chiudere quella distanza che dipende da molte considerazioni, come la lunghezza dell’arma, le proporzioni individuali del corpo, e ancora abilita’ personali come agilita’ e prontezza. Il Maai è una misura individuale e unica per ogni incontro, il suo controllo è possibile solo attraverso la padronanza del tai-sabaki, letteralmente controllo del corpo e del movimento, in risposta ad un attacco aggressivo.
Altro elemento fondamentale è il kuzushi, la perdita dell’equilibrio dell’avversario, è infatti precisamente in questo momento che è più facile agire per controllarlo. In alcuni Kata di HYR il kuzushi è compiuto da un semplice ampliamento della stessa forza dell’ attaccante: se egli spinge tiralo, se egli tira spingi, applicando cosi la tattica base di non resistenza; In altri casi sono invece impiegate tattiche più dinamiche pressioni o colpi di mano o di piede in punti precisi del corpo dell’avversario finalizzati alla sua resa o a indurre una sua reazione che faciliti l’applicazione di una tecnica successiva.
Anche un Kiai molto forte , un’esplosiva direzione di volonta’ , può creare nell’avversario un kuzishi mentale che potrebbe rivelarsi importantissimo ai fini dell’esito del confronto.
Nel Ju Jitsu HYR, sensibilita’ e forza (yin e yang) si compenetrano e si compensano, e formano la base per tutto il percorso di sviluppo del praticante. La delicatezza può essere usata per schivare o dirigere un attacco, per essere poi seguita da un’appropriata applicazione di forza per controllare l’avversario.
Lo studio dell’HYR passa attraverso due elemnti fondamentali:
1) lmportanza dei KATA , della forma corretta (tecnica pulita, movimento, controllo della distanza e del tempo)
2) La sicurezza nell’allenamento, che consente di approfondire la conoscenza dei movimenti acquisiti riducendo il rischio di lesioni.
Bisogna poi tener presente che il kata si esprime esteriormente nella sua forma tatemae (omote): ciò che è visibile immediatamente; ma nella sua reale applicazione contiene degli elementi aggiuntivi nascosti (Honne / Ura) che lo studente impara a leggere solo man mano che procede con la pratica. Questo processo è virtualmente infinito: più alto è il livello del praticante maggiore sara’ la capacita di comprendere e attribuire significati al kata , più la forma acquistera’ spessore e profondita’ . La vera natura del Kata viene rivelata solo se osservata dalla prospettiva interiore del praticante. Durante l’esecuzione del Kata, il praticante scopre passo dopo passo i vari aspetti che lo compongono, il ritmo, la distanza, gli angoli, il respiro, aspetti che possono richiedere molto tempo per essere pienamente esplorati.
L’Hontai Yoshin Ryu è una Scuola completa di JuJutsu e Kobudo, il suo programma include, oltre allo studio del combattimento senza armi, Katana e wakizashi, tanto, Chobo e Hanbo, e infine Toritsuke, . Lo studio senza le armi comprende Atemi, Gyaku, Nage, Shime e Kuatsu.
Nell’ambito FIJLKAM, in accordo con lo Shibu Italiano dell’Honbu Dojo HYR, viene ufficialmente studiata esclusivamente la parte senza armi, in particolare fanno parte del programma di studio i seguenti 5 Kata che costituiscono la struttura intorno alla quale viene organizzato l’allenamento nel Dojo:
· GYAKU NO KATA
· NAGE NO KATA
· OKU NO KATA
· YOSHIN NO KATA
· TANTO DORI NO KATA.