JudoGiocando – Movi-Mente Una proposta per i genitori

Progetto educativo sulla correlazione tra attivita’  motorie specifiche e sviluppo dei prerequisiti all’apprendimento e delle potenzialita’ cognitive per bambini di 3-6 anni.
La Societa’ Sportiva Pro Patria Judo di Busto Arsizio propone un percorso formativo  della pratica sportiva attraverso il progetto JudoGiocando inserito nel più ampio progetto di Movi-Mente.
Tale progetto è nato nel 2005 presso la palestra “Judo Le Sorgive” di Solferino (MN) dalla collaborazione tra i maestri di judo ed un’èquipe di professionisti, in particolare pedagogisti, psicologi, logopedisti, che hanno contribuito all’organizzazione di un corso di propedeutica al judo rivolto a bambini di eta’ compresa tra i tre e i sei anni.
Il progetto propone un percorso di attivita’ educative e motorie specifiche, fondamentali per lo sviluppo delle competenze motorie e relazionali, ma soprattutto intellettive dei bambini in eta’ prescolare.
PREMESSE TEORICHE
Il bambino, in eta’ prescolare, conosce la realta’ esterna principalmente attraverso il movimento. Infatti, fin dalla nascita, sono il corpo e le sue capacita’ di muoversi, afferrare, lanciare, strisciare, rotolare, andare in quadrupedia, camminare… che gli permettono di entrare in contatto con il mondo degli oggetti e con le altre persone.      Procedendo in modo concreto, passo dopo passo, costruisce il proprio pensiero e la propria individualita’ , vivendo attivamente le conoscenze.
L’attivita’ motoria, quindi, non ricopre un ruolo secondario nella vita del bambino, ma deve divenire elemento fondante dell’esperienza esistenziale di ogni individuo, tassello indispensabile per apprendimenti e conquiste cognitive superiori, fondamentali per il futuro inserimento alla scuola primaria.      Chang e Etnier (2009) affermano che entro i sei
anni il bambino raggiunge il potenziale di un adulto e che le strutture neurofisiologiche maturano attraverso l’esperienza motoria. Quest’ultima, quindi, stimola l’accrescimento delle strutture cerebrali preposte alle funzioni cognitive superiori, le stesse strutture  implicate nella scrittura, nella lettura e nel calcolo. Incentivare il bambino a muoversi, attraverso una proposta educativa “su misura”, quindi, non significa solo offrirgli esperienze di movimento ma soprattutto incrementare la sua crescita intellettiva.
L’uomo è un essere in divenire: nasce carico di potenzialita’ che, solo attraverso le stimolazioni sensoriali e le opportunita’ motorie offerte dall’ambiente, diventeranno capacita’ . Il cervello, non ancora del tutto sviluppato alla nascita, completa la sua  maturazione corticale entro i sei anni di vita, momento in cui le funzioni cerebrali raggiungono (o dovrebbero raggiungere) il livello più raffinato e sofisticato di sviluppo.
Il progetto JudoGiocando- Movi-Mente si fonda sul presupposto che attraverso opportunita‘ di movimento e di sperimentazione del proprio corpo vengono offerte possibilita’ di trasformare e incentivare lo sviluppo intellettivo di ogni bambino.
DESTINATARI
I principali destinatari del progetto JudoGiocando sono bambini di eta’ compresa tra i 3 ed i 6 anni (divisione gruppi eta’ ed orari).
Il progetto prevede, inoltre, momenti di condivisione con i genitori di tutti i bambini partecipanti ed incontri aperti alla popolazione di Busto Arsizio e dei Comuni limitrofi.
OBIETTIVI
Il progetto JudoGiocando rivolge la propria attenzione non soltanto allo sviluppo motorio ma anche a quello intellettivo con l’obiettivo di incentivare l’aumento dei prerequisiti neuro-motori funzionali all’acquisizioni di competenze strumentali  didattiche.     Ad esempio la scrittura, che sembrerebbe una funzione prettamente cognitiva, è a tutti gli effetti un atto motorio che dipende dalla completa maturazione neuro-senso-motoria e per questo richiede: controllo di capo e spalle, convergenza   visiva, dominanza emisferica, corretta presa di mano, coordinazione occhio-mano…
Le attivita’ proposte prevedono una serie di strategie ludiche ed educative per arrivare a eseguire in maniera quantitativamente e qualitativamente crescente cinque esercizi di base:
1. rotolamento
2. striscio
3. corsa
4. capovolta
5. prensioni di forza e brachiazioni.
L’opportunita’ di ripetere costantemente questi esercizi, con una frequenza, una durata e un’intensita’ sempre maggiori, permette di costruire “un’immagine mentale” del movimento, o schema motorio, che in seguito sara’ appreso ed eseguito
automaticamente. Attraverso questi esercizi avviene una stimolazione sensoriale che, a livello sottocorticale, produce una riorganizzazione delle connessioni sinaptiche di aree comuni adibite a funzioni diverse.
In allegato sono spiegati in maniera dettagliata gli esercizi di base e le capacita’ neuropsicologiche specifiche impiegate e sviluppate da ciascun esercizio.

2. CORSO JUDOGIOCANDO
Dati gli obiettivi del progetto JudoGiocando sono previsti dei momenti di valutazione dello sviluppo neuromotorio dei bambini coinvolti nel progetto. Il Profilo di Valutazione Neuromotoria permette di avere uno strumento per valutare il livello di  sviluppo delle funzioni osservabili dell’organizzazione neurologica del bambino.
Verranno effettuate due valutazioni:
– la prima verra’ effettuata all’inizio del mese di ottobre, dopo un breve periodo di
ambientamento del bambino in palestra;
– la seconda verra’ effettuata nel mese di maggio.
Per accedere al progetto JudoGiocando è richiesta l’iscrizione ad un corso bisettimanale e la presenza ad almeno 40 ore di lezione.
Il Profilo di Valutazione Neuromotoria prevede 16 item: dominanza dell’occhio, convergenza visiva, motilita’ oculare, indipendenza visiva e dominanza della mano, carponi, cammino, corsa, mantenimento dell’attenzione visiva, capovolta, rotolamento, opposizione pollice-indice, prensione di forza, brachiazioni e balzi a piè pari. Per l’applicazione del Profilo di Valutazione Neuromotoria sono previsti dei momenti di videoripresa.
Dal punto di vista pratico ogni esercizio viene proposto sotto forma di gioco. Il carattere ludico di ogni esercizio viene accompagnato da un forte elemento educativo, che tiene conto dell’eta’ di ogni bambino e si adatta a capacita’ , abilita’ , propensioni e difficolta’ di ognuno: si vuole lavorare sull’autostima e sul miglioramento delle proprie prestazioni.
È da rilevare che la precondizione assolutamente necessaria perché questo possa avvenire è l’accettazione e la condivisione di regole chiare ed esplicite.
L’attenzione alle regole diventa molto importante in quanto esse servono ad organizzare modi e tempi per l’esecuzione degli esercizi e ad offrire un “ordine mentale” che da ai bambini la sicurezza di un ambiente strutturato, adatto alle loro esigenze.
“Regole, Riti e Ritmi” diventano una sorta di slogan che riveste una forte valenza educativa che accompagna ogni gesto dell’educatore nelle proposte educative con i bambini.
L’ora della lezione viene scandita da “riti” anche adottati dalla disciplina del judo. Il “saluto” iniziale e finale segna il momento dell’inizio e della fine delle attivita’ . Questo rito viene eseguito attraverso un codice ben preciso che rispetta i canoni di ordine, silenzio, ringraziamento verso il maestro e di compartecipazione. Acquisisce importanza anche il rito per salire sul tatami e partecipare alle attivita’ . Ogni bambino è invitato a ordinare le proprie ciabatte ai bordi del tatami sul quale si va scalzi, cosicché  a fine lezione ognuno diventa il responsabile delle proprie cose.
L’educatore diventa l’interprete di una strategia operativa che stimoli i bambini in modo divertente.
3. INCONTRI TEMATICI CON I GENITORI
Il progetto JudoGiocando considera importante creare un canale di comunicazione con le famiglie dei bambini partecipanti e con chiunque fosse interessato al progetto.
Questo non solo per chiarire gli obiettivi e le attivita’ che verranno proposte, ma soprattutto per far aderire i soggetti in modo attivo Per queste ragioni nel corso dell’anno sono previsti dei momenti di approfondimento rispetto a tematiche specifiche, in particolare:
– l’importanza delle regole nell’educazione del bambino
– il valore del “no” per lo sviluppo
– i genitori come prima fonte dell’educazione dei figli
– (prerequisiti apprendimento: chiedere in NPI)
I professionisti ( pedagogista e psicologa)  sono disponibili ad accogliere le richieste provenienti dalle famiglie, anche attraverso consulenze private.
Allegato 1:
“Gli esercizi di base del progetto JudoGiocando”
IL ROTOLAMENTO
Il rotolamento è il passaggio da una posizione prona, passando per quella su un fianco, e raggiungendo quella supina, dopodiché si riesegue la sequenza a ritroso, da supino, sul fianco e poi prono (posizione iniziale). Il rotolamento rappresenta un movimento di massa eseguito lungo l’asse corporeo, comporta pochissima attivita’ antigravitaria e poco equilibrio, essendo la superficie di appoggio estremamente vasta ed il baricentro mantenuto nel punto più basso possibile.
Nell’esecuzione del rotolamento la maggiore difficolta’ che viene riscontrata nei bambini è l’abilita’ a seguire una determinata direzione nello spazio. Infatti, la difficolta’ sta nell’impossibilita’ di mantenere un orientamento nello spazio e una direzione nell’ avanzamento, essendo difficile dare continuita’ alle mire visive.
Il rotolamento è propedeutico alle capriole e permette un significativo miglioramento di:
– movimento oculare esplorativo sul piano orizzontale;
– propriocezione;
– la sensorialita’ tattile,
– postura;
– equilibrio,
– controllo postura,
– tono muscolare generale.
LO STRISCIAMENTO
La fase preparatoria allo striscio, il bambino in posizione prona, porta le braccia, con avambracci flessi, vicino al tronco le mani sono posizionate a livello delle spalle, lievemente più esterne, mentre le gambe sono leggermente flesse. Nell’esecuzione dello schema dello striscio il bambino esegue lo spostamento in avanti coordinando in modo crociato gli arti superiori con quelli inferiori: braccio sinistro flesso in avanti e gamba destra flessa con ginocchio posizionato esternamente compiono un movimento in avanti, ora con braccio destro e gamba sinistra.
La resistenza sul corpo creata dalla superficie piana dove si sta svolgendo lo strisciamento, offre stimolazioni tattili lungo il corpo, attiva una serie di forze che il soggetto deve utilizzare, deve organizzare i movimenti in schema crociato se vuole
spostarsi in avanti. Oltre che mobilita’ degli arti anche della colonna vertebrale attiva che permette al bambino di spingersi in avanti in posizione prona utilizzando le braccia e le gambe. La visione viene sollecitata a organizzare sul piano orizzontale i due occhi, i movimenti e diventa uno stimolo sensoriale su tutto il corpo, richiamando sempre ad un atto motorio intenzionale.
I risultati più interessanti ottenuti attraverso la stimolazione offerta dall’esercizio dello strisciamento sono:
– miglior il controllo del capo e la sua rotazione,
– differenziazione dell’attivita’ muscolare del tronco,
– facilita l’attivita’ differenziata degli arti inferiori,
– stimolo sensoriale (tatto) su tutto il corpo,
– stimolazione visiva,
– miglioramento del linguaggio,
– miglioramento dell’attenzione al compito,
– maturazione o recupero dominanza emisferica,
– progresso della convergenza visiva,
– miglioramento del coordinamento occhio-umano,
– perfezionamento del cammino.
– miglioramento della corsa in schema crociato,
– aumento di tono muscolare (lettura e scrittura),
– raggiungimento del coordinamento motorio di base,
Se viene eseguito correttamente lo striscio permette il raggiungimento veloce del coordinamento motorio necessario allo svolgimento delle normali attivita’ fisiche. La corsa scoordinata è uno dei segnali del mancato raggiungimento di un buono sviluppo motorio.
LE CAPOVOLTE
La capovolta è uno sbilanciamento del corpo in avanti, con conseguente rotolamento sui segmenti corporei: nuca, parte alta del dorso, zona lombare, bacino, segue il ricomponimento degli arti e del corpo e ritorno nella posizione iniziale.
Poiché la capovolta nasce da una perdita di equilibrio del corpo, ovviamente controllata, si può insegnare tale schema attraverso procedimenti graduali, da seduti, in ginocchio, da un tappetino rialzato e infine in piedi. Questo tipo di gradualita’ permette al bambino di acquisire il controllo del gesto, del proprio corpo e dei propri movimenti, fino a comprendere l’esatta esecuzione.
È proprio la perdita di posizione e la conquista di una nuova che permette al bambino di controllare il proprio corpo.
La capovolta risulta utile per i seguenti scopi:
– aumento equilibrio,
– favorisce la sensorialita’ tattile,
– aumento dell’orientamento nello spazio,
– miglioramento del coordinamento motorio,
– miglioramento della postura,
– aumento tono muscolare,
– miglioramento del cammino,
– apprendimento o miglioramento della corsa in schema crociato,
– miglioramento dell’uso della visione,
– incremento della motilita’ esplorativa oculare,
– acquisizione dell’indipendenza oculare,
– esperienza tattile sul corpo.
LA CORSA IN SCHEMA CROCIATO
La corsa è un’attivita’ motoria superiore, in quanto richiede al bambino l’attivazione di schemi senso-motori più elaborati, dal punto di vista della sequenzialita’ e della velocita’ delle azioni.
La corsa in schema crociato consiste in un complesso di movimenti di avanzamento, eseguiti alternando il sollevamento contemporaneo di braccio sinistro e gamba destra seguiti da braccio destro e gamba sinistra, con il busto leggermente proteso in avanti.
Questo è uno schema articolato che richiede la presenza di alcuni prerequisiti:
equilibrio, coordinazione motoria e visiva, convergenza visiva, orientamento spaziale e tono muscolare.
L’esecuzione richiede che il bambino riesca a mantenere il ritmo, velocita’ e direzione prestando attenzione nel rimanere nel percorso e di non urtare i compagni. Se ciò non avviene, può essere un indicatore della mancanza di attenzione visiva coordinata con la corsa.
Studi hanno costatato come bambini con problemi di grafia non abbiano maturato la corsa in perfetto schema crociato1.
La corsa viene proposta allo scopo di:
– migliorare l’equilibrio,
– favorire la sensorialita’ tattile,
– incrementare il coordinamento visivo,
– incrementare il coordinamento motorio,
– aumentare la motilita’ oculare,
– acquisire o potenziare la convergenza visiva,
– potenziare il tono muscolare,
– favorire l’orientamento nello spazio,
– migliorare il mantenimento dell’attenzione visiva,
– migliorare la respirazione.
LA PRENSIONE DI FORZA
Ad un lato della palestra è posizionata la scala orizzontale, questo attrezzo viene utilizzato per esercitare la presa di forza. Il bambino viene sollevato dall’ educatore e si aggrappa ad un piolo con entrambe le mani e rimane appeso con i piedi a penzoloni  finchè riesce a mantenere questa posizione, poiché la sua massa corporea e la forza di gravita’ lo spingono a terra. Quando ciò non sara’ più possibile, il bambino molla la presa e ricade sui materassi posizionati sotto la scala.
La prensione della mano diventa possibile se il braccio possiede un buon tono muscolare, ma soprattutto quando i muscoli della schiena riescono a ben stabilizzare tronco e spalle.
Quindi appendersi alla sbarra o alla scala orizzontale ed eseguire esercizi di prensione di forza sono utili per rafforzare la tonicita’ delle spalle, delle braccia e in modo particolare migliorare l’impugnatura delle mani. In questo esercizio il pollice, gira sotto il piolo e chiude il pugno attorno ad esso. Molte difficolta’ di manualita’ , si è dimostrato, sono causate da una rigidita’ del polso che non ha ancora assunto la mobilita’ necessaria, in quanto l’estensione e l’abduzione del polso maturano per ultime.
La corretta maturazione del tono muscolare e la prensione di forza saranno fondamentali nella grafia funzionale.
La prensione di forza viene proposta ai fini di:
– potenziare il tono muscolare,
– favorisce la sensorialita’ tattile,
– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,
– rafforzare la presa di mano,
– migliorare la coordinazione manuale,
– migliorare la capacita’ manuale,
– migliorare la respirazione, in quanto la posizione adottata con la prensione favorisce in maniera non eccessiva l’aumento del volume del torace.

Ciò permette di immettere maggiore quantita’ di ossigeno, alimento nutritivo
principale del cervello.
LE BRACHIAZIONI
Con il termine brachiazione ci si riferisce a una modalita’ di locomozione eseguita dal bambino alla scala orizzontale, partendo da estremita’ , avanzano alternando la presa di una mano a un piolo mentre l’altra mano aggancia il piolo successivo e così via.
Questo esercizio richiede forza nella presa di entrambe le mani, poiché per pochi secondi il peso del corpo viene sorretto da una sola mano. Inoltre tutto il corpo viene chiamato ad eseguire lo spostamento, mentre una mano è impegnata nella presa, il
cervello organizza i movimenti del tronco, bacino, arti inferiori che seguono la spalla, il braccio e la mano opposta per cercare di appendersi al piolo successivo3.
Tutto questo schema locomotorio richiede oltre a un buon grado di coordinazione motoria generale, anche coordinazione oculo-manuale, l’occhio “punta” il piolo che la mano deve agganciare. Sia nella fase preparatoria sia in quella esecutiva, la visione  contribuisce all’ organizzazione motoria dell’esercizio.
Una volta acquisita l’abilita’ di spostarsi sulla scala orizzontale con le  in avanti, si può passare a eseguirle all’indietro, lateralmente, girando su se stessi.
2 Bertozzi, L., Montanari, L., Mora, I., op. cit., pag. 68.
3 Sangalli, A. L., op. cit., pag. 79.
Le brachiazioni sono utili per:
– potenziare il tono muscolare,
– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,
– incrementa la coordinazione motoria in sospensione,
– rafforzare la presa di mano,
– migliorare la coordinazione manuale,
– migliorare la capacita’ manuale,
– migliorare la coordinazione occhio-mano,
– migliorare l’indipendenza delle braccia,